Abbecedari e figurine
Educare con le immagini da Comenio ai Pokémon
Pubblicazione:
4 novembre 2019
Edizione:
1
Pagine:
232
Peso:
454 (gr)
Formato: 170x240x15 (mm)
Confezione: Brossura
EAN: 9788821113536
9788821113536
Ultima ristampa:
20 aprile 2023
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Descrizione
Dal primo «sussidiario» illustrato, pubblicato da Comenio nel 1658, agli album di figurine, la scuola e i media si sono interrogati sull’utilizzo delle immagini in campo educativo. Abbecedari illustrati, cartelloni, tavole per il gioco dell’oca e figure da collezionare sono accomunati da una più o meno esplicita intenzionalità didattica, cioè dal fatto di voler comunicare informazioni e contenuti culturali, facilitare l’apprendimento di specifiche conoscenze, rendere interessante un argomento storico o un concetto scientifico. Un vasto ambito di indagine che coinvolge la didattica, le scienze della comunicazione, la pedagogia dei media, la letteratura per l’infanzia e le discipline che studiano le immagini.
Sommario
Introduzione. L'immagine insegnante.
I. L’iconografia scientifica e didattica. 1. Verso la scientificità della didattica. 1.1. Comenio e la centralità del metodo. 1.2. Immagini materiali e immagini mentali. 1.3. Insegnare per visione diretta: il metodo dell’autopsia. 2. Gli strumenti della scienza didattica. 2.1. La strutturazione dello spazio: l’esempio delle lezioni di anatomia. 2.2. L’illustrazione scientifica. 2.3. Iconografie e tassonomie. 2.4. La predisposizione ordinata dei sussidi. 3. L’Orbis pictus. 1. Un progetto editoriale e didattico. 3.2. Didattica di un mondo dipinto. 3.3. Iconografia dell’Orbis. 3.4. L’alfabeto figurato.
II. Nuovi orizzonti visivi. 1. L’autoeducazione fra progetto e utopia. 1.1. L’antididattica di Rousseau. 1.2. Una paideia per immagini. 2. Tre importanti realizzazioni didattiche. 2.1. Il sussidiario di Basedow. 2.2. Il Bilderbuch für Kinder: l’impianto dell’opera. 2.3. Il Bilderbuch für Kinder: l’apparato didattico-illustrativo. 2.4. I cartelloni aportiani. 3. Da Pestalozzi a Fröbel. 3.1. L’ABC dell’intuizione. 3.2. Iconologia dei “doni”.
III. Figure e letture. 1. A di Albero, B di Barca, C di Casa... 1.1. Il gioco visivo delle lettere. 1.2. La critica di Benjamin. 1.3. Alfabetizzazione e sperimentazione. 2. Le immagini per l’infanzia come campo di ricerca. 2.1. Identità di un orizzonte visivo. 2.2. Primi libri. 2.3. Capire le figure. 3. L’educazione alla lettura fra immagini e parole. 3.1. Compresenza e complementarietà di linguaggi. 3.2. Libri come giochi. 3.3. Il primato della parola: la pedagogia aniconica di Bettelheim. 3.4. L’illustrazione e la narrazione.
IV. Sui libri di scuola. 1. Le immagini del regime. 1.1. Bassi profili iconografici. 1.2. Il fascismo: epurazione e promozione. 1.3. Il convegno di Bologna. 2. La democrazia e i suoi libri. 2.1. Verso la “naturale preminenza del testo”. 2.2. Miseria e nobiltà dell’immagine didattica. 3. I termini del cambiamento. 3.1. Fantasia e falsità. 3.2. Oltre le illustrazioni esornative.
V. Immagini per gioco. 1. L’iconografia popolare. 1.1. Tönle Bintarn, che vendeva immagini. 1.2. La costituzione di una Imagerie populaire. 2. I giochi e le figure. 2.1. Le carte del re bambino. 2.2. L’educazione col gioco dell’oca. 3. Figurine. 3.1. Identità di un medium. 3.2. Serie e sequenze. 3.3. Il lato oscuro della figurina. 3.4. Panini educatore. 3.5. Dai Pokémon alla Cro-Army.
Riferimenti bibliografici
Note sull'autore
Roberto Farné è professore ordinario di Didattica generale all'Università di Bologna.
I suoi campi di studio e di ricerca riguardano principalmente il rapporto tra l'educazione ei media, la pedagogia del gioco e dello sport.