15 giugno 2022 - acquisizione dell'azienda del CED all'asta: la storia di EDB e Marietti continua

É con vivissima soddisfazione che comunichiamo che l'azienda del Centro Editoriale Dehoniano è stata aggiudicata, nella vendita tenutasi il 15 giugno 2022 presso il Tribunale di Bologna, a una compagine di investitori istituzionali, coordinata dal Prof. Alberto Melloni della Fondazione di Scienze Religiose di Bologna, che porterà avanti un progetto editoriale e d'impresa di amplissimo respiro, con il dichiarato obiettivo di fare rivivere gli storici marchi e cataloghi editoriali di EDB, EDB Scuola e Marietti 1820.
Questo importante risultato è il frutto del lavoro di otto mesi di esercizio provvisorio dell'impresa, che ha consentito di rivitalizzare la Casa degli Autori di EDB e Marietti 1820 (come l'abbiamo voluta chiamare all'ultimo Salone del Libro di Torino), scuotere dal profondo il mercato dell'editoria e fare venire alla luce progetti per la conservazione e lo sviluppo degli imponenti cataloghi: perle assolute della cultura cattolica e laica del nostro Paese.
Ringraziamo per l'attenzione e la collaborazione che, da più parti, abbiamo ricevute.

Centro Editoriale Dehoniano - CED
(Riccardo Roveroni)
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I Nomi dello sterminio

Definizioni di una tragedia

Pubblicazione:  7 gennaio 2019
Edizione:  1
Pagine:  152
Peso:  176 (gr)
Collana:  1107 Le Giraffe
Formato:  140x210x11 (mm)
Confezione:  Brossura
EAN:  9788821113048 9788821113048
€ 14,00 € 13,30
Sconto:  5%
Risparmi: € 0,70 ogni copia
Descrizione
Quando, dopo la fine della seconda guerra mondiale, cominciò a emergere la consapevolezza che una delle tragedie che si erano verificate in quel periodo era stato il massacro di quasi sei milioni di ebrei, si parlò di deportazione e di sterminio, successivamente di genocidio. Nel mondo ebraico orientale e tra gli abitanti del nascente Stato d’Israele, di hurban, poi di shoah. Oggi molti storici si riferiscono a quell’evento definendolo metaforicamente soluzione finale o Auschwitz; gli inglesi, gli americani e i mass media lo chiamano olocausto. Fra gli ebrei religiosi, alcuni non vogliono neppure nominarlo, ritenendolo inconcepibile; altri hanno formulato definizioni diverse che fanno riferimento alla sua unicità e alle sue terrificanti proporzioni.
Che significato ha questo proliferare di nomi? Perché definire olocausto, ossia «sacrificio in cui la vittima viene interamente arsa», lo sterminio di un popolo? Quale importanza può avere il nome con cui definiamo quest’immane tragedia? E perché essa deve avere una denominazione che la identifichi tra tutte quelle avvenute nei secoli?
L’autrice cerca di rispondere a queste domande, spiegando come e perché sono nate le singole definizioni; come la ricerca di un nome abbia accompagnato l’approfondirsi della conoscenza storica dell’evento; come vi siano motivazioni linguistiche, ma anche psicologiche, politiche, storiche e religiose.
Sommario
1. Dare un nome allo sterminio. 2. Hurban/Khurbun. 3. Shoah. 4. Catastrofe e disastro. 5. Universo concentrazionario, deportazione, lager. 6. Genocidio. 7. La soluzione finale e il linguaggio del nazionalsocialismo. 8. Auschwitz. 9. Olocausto. 10. Quale nome adottare? 11. Degradazione, relativizzazione, distorsione. 12. Bibliografia
Note sull'autore
Anna-Vera Sullam Calimani ha insegnato Lingua e Storia della lingua italiana all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Si è occupata del lessico italiano e del rapporto tra la lingua inglese e quella italiana. Tra i suoi lavori ricordiamo: Il primo dei Mohicani. L’elemento americano nelle traduzioni dei romanzi di J.F.Cooper (Iepi, 1995) e la curatela di Italiano e inglese a confronto (Cesati, 2003).